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La storia della pasta
La cottura al forno fu la più importante novità del Medioevo per la costituzione della moderna categoria di pasta, grazie alla quale apparvero le paste sia forate che ripiene. L’invenzione della pasta secca a lunga conservazione, attribuita generalmente agli arabi bisognosi di provviste per i loro spostamenti nel deserto, fu invece la novità che più influì sulle abitudini alimentari e sui commerci in Europa e nel Mediterraneo. Sempre nel Medioevo sorsero le prime botteghe per la preparazione professionale della pasta che dalla Sicilia, già a metà del 1200 s’installò anche a Genova e Napoli, città che in seguito conosceranno un ruolo importante nell’evoluzione e nel successo delle paste alimentari. In un secondo momento, vennero aperte anche in Puglia e in Toscana, e nel XIV secolo vennero costituite le prime corporazioni di pastai.
Nel XV secolo si prevedeva che la pasta fosse servita come contorno ad altre vivande, specialmente con la carne. Questo gusto, insieme a quello per la pasta scotta, si trova ancora oggi fuori dall’Italia, ma non nel Belpaese dove la pasta va cucinata rigorosamente “al dente”.
Alla fine del Cinquecento comparvero i primi pastifici a conduzione familiare che portarono avanti la tradizione dell’essiccazione lenta all’aria aperta.
Nel ‘700 e ‘800 l’arrivo dell’energia elettrica e i primi macchinari per la produzione industriale, che sostituirono gli antichi torchi azionati a mano, resero il costo della pasta accessibile anche ai meno abbienti.